Horror psicologico: il viaggio del protagonista nella perdita della ragione e della follia in prima persona
Questo lavoro è stato verificato dal nostro insegnante: 31.12.2024 o 12:24
Tipologia dell'esercizio: Tema
Aggiunto: 31.12.2024 o 12:04
Riepilogo:
Il racconto esplora la discesa nell'orrore psicologico di un protagonista, il cui deterioramento mentale crea un caos tra realtà e follia. ??
Inizio il mio racconto con una sensazione di crescente inquietudine che ormai sembra abitarmi come un inquilino indesiderato. Non sono sempre stato così, ma ora ho perso il contatto con la realtà, e il mondo intorno a me ha iniziato a sgretolarsi, lasciando dietro di sé solo frammenti confusi. Non riesco a stabilire con precisione quando sia cominciato questo mio declino mentale, ma ricordo distintamente momenti in cui la mia sanità mentale era ancora intatta. Potevo percepire la consistenza delle cose, distinguere i sogni dalla realtà, ma ora tutto questo è solo un lontano ricordo evanescente.
Vivo in una vecchia casa, le cui pareti sembrano sussurrare, ricordandomi continuamente la loro antica storia. Ricordo una notte particolare che sembra aver innescato il mio deterioramento mentale. Era un chiaro di luna anormalmente silenzioso e, mentre fissavo lo specchio nella mia camera, ho scorto per un istante qualcosa di strano. Non era il mio riflesso che mi guardava indietro, ma qualcosa di indefinibile, oscuro: un’ombra che pareva animata da una propria vita. Sorrideva, un sorriso che non avrei mai potuto comporre con le mie labbra. Mi allontanai di scatto, il cuore martellante contro le costole come se volesse liberarsi dal torpore della mia follia incipiente.
Da quel momento in poi, la mia vita è stata dominata da episodi di crescente terrore. Le ombre nella casa sembravano muoversi e contorcersi, assumendo forme contorte e inquietanti ai margini della mia visione. Nella solitudine della mia mente, la ragione e la follia iniziarono una danza macabra, e io, uno spettatore impotente, potevo solo guardare mentre il sipario della realtà si levava, rivelando un mondo deformato e insidioso.
Cercai conforto nei libri, sperando che la logica delle parole stampate potesse riordinare i frammenti sconvolti della mia mente. Tuttavia, mentre scorrevo le frasi, le lettere sembravano scivolare sulla pagina, trasformandosi in immagini mostruose, garbugli di parole incomprensibili che mi facevano sprofondare ancora di più in un abisso di disperazione. Era come se la letteratura stessa stesse cospirando contro di me, trasformandosi in un oggetto vivente e malevolo.
Le persone intorno a me apparivano preoccupate, ma ogni loro tentativo di contatto sembrava solo amplificare il divario tra il mio mondo interiore e la realtà tangibile. La mia famiglia, i miei amici, tutti loro divennero parte di questo incubo perpetuo. I loro volti, una volta familiari e rassicuranti, si trasfiguravano in maschere grottesche, costringendomi a ritirarmi ancora di più nei recessi della mia mente turbata.
Le urla che echeggiavano nella mia testa divennero insopportabili, un incessante rimbombo di parole incomprensibili che mi tenevano sveglio notte dopo notte. Provai a dormire, ma l’oscurità dietro le palpebre chiuse sembrava più reale del mondo stesso, infestata da incubi in cui venivo inseguìto da quelle stesse ombre distorte che ormai erano diventate la mia unica compagnia.
Ogni giorno diventava una lotta per mantenere una parvenza di normalità, una battaglia persa in partenza. Spesso mi ritrovavo a fissare la realtà, ormai ridotta a un cumulo di pezzi sparsi. La mia identità stessa si frantumava, dissolvendosi in un oceano di dubbi e paure irrazionali. I pensieri si aggrovigliavano, una ragnatela di paranoie che stringeva la mia coscienza in una stretta mortale.
Cercai disperatamente una via di fuga, un modo per spezzare l'incantesimo che sembrava essersi posato sulla mia esistenza. Inginocchiato davanti allo specchio, quel portale verso l'altra dimensione, gridai al mio riflesso, cercando di scacciare il demone che mi osservava dall’altra parte. Ma quel volto sconosciuto non era altro che lo specchio fedele della follia che aveva ormai preso dimora dentro di me.
Questo, dunque, è il racconto della mia discesa nell'orrore psicologico. Il riflesso nel mio specchio non mente: la ragione e la pazzia si sono fuse, e io, nel tentativo di sfuggire al buio che mi circonda, mi sono perso irrimediabilmente nel labirinto della mia stessa mente. In questo vortice di terrore, comprendo che il vero orrore non è la distorsione della realtà, ma la scoperta che, dentro di me, esso ha trovato il suo più degno rifugio.
Valutazioni degli utenti ed insegnanti:
**Voto: 9** Il racconto cattura magistralmente il tema dell'orrore psicologico, con una prosa evocativa e densa di immagini suggestive.
**Voto: 9** Il racconto mostra un'ottima padronanza della narrazione e del linguaggio evocativo.
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