Tema

Horror psicologico molto pauroso e macabro in prima persona, senza un luogo abbandonato

Valutazione media:5 / 5

Tipologia dell'esercizio: Tema

Horror psicologico molto pauroso e macabro in prima persona, senza un luogo abbandonato

Riepilogo:

Un telefonata misteriosa rivela segreti oscuri legati a casa mia. Una figura nel riflesso mi intrappola in un altro mondo, sostituendomi. ??

L'ombra della paura si stendeva su di me come una cappa di angoscia mentre avanzavo per i corridoi di quella casa che, per tanto tempo, avevo considerato il mio santuario. Questo, ormai, era diventato un luogo di tormento, popolato da incubi che si celavano in ogni angolo. Non era una casa abbandonata, anzi, era stata la mia dimora per anni, ma qualcosa era cambiato. L'inquietudine aveva preso possesso delle pareti, e io ne ero diventato un prigioniero.

Tutto iniziò la notte in cui ricevetti la telefonata. La voce dall'altro capo del telefono era flebile, quasi un sussurro. Mi parlò di un segreto antico e oscuro, legato alla mia famiglia e alla nostra casa. All'inizio pensai a uno scherzo di cattivo gusto, ma qualcosa nel tono di quella voce mi colpì profondamente, lasciandomi con un senso di disagio che faticavo a scrollarmi di dosso. Quella notte dormii male, tormentato da sogni frammentari che mi vedevano intrappolato tra le mura della mia stessa casa.

Col passare dei giorni, il senso di oppressione non svanì, anzi, aumentò. Ogni volta che mi trovavo solo, avevo la strana sensazione di essere osservato. L'ombra del mio riflesso nello specchio sembrava muoversi in modo indipendente, seguendo ritmi che non erano i miei. Iniziavo a dubitare della mia stessa sanità mentale, ma l'inquietudine che provavo era troppo tangibile per essere semplice suggestione.

Una sera, mentre cercavo di distendermi leggendo un libro nel mio studio, il telefono squillò di nuovo. La medesima voce, ancora più rauca, mi parlò di una figura oscura che infestava la nostra famiglia. Mi disse di fare attenzione allo specchio del corridoio: "Non è solo un riflesso," sussurrò, "è una porta." Rimise giù prima che potessi trovare il coraggio di rispondere.

Quel nuovo riferimento allo specchio fece riaffiorare la mia ansia. In particolare, mi tornò in mente un aneddoto che mia nonna raccontava spesso quando ero piccolo: una storia di creature che vivevano oltre il velo del riflesso, pronte a ghermire i vivi. Era solo una storia, mi ripetevo, nella vana speranza di autoconvincermi.

Incapace di restare immobile, mi alzai e mi diressi verso il corridoio. Il lungo specchio si trovava lì, come sempre, riflettendo il mondo che mi circondava. Ma quella notte c'era qualcosa di diverso: una vaga ombra sembrava scivolare al margine del mio campo visivo, svanendo ogni volta che tentavo di fissarla. Il battito del mio cuore, rimbombando nei timpani, sembrava sincronizzarsi con la danza inquietante di quella presenza impercettibile.

Spinto dalla crescente inquietudine, decisi di avvicinarmi e di toccare la fredda superficie dello specchio. Nel momento in cui le mie dita sfiorarono il vetro, un brivido gelido attraversò tutto il mio corpo, come se stessi toccando non un oggetto inerte, ma una membrana sottile che separava due mondi. Dall'altra parte, avvertii una presenza, un'entità che sembrava corrispondermi, e che in qualche modo mi conosceva, conosceva la mia paura. Prima che potessi ritrarmi, la figura oscura apparve nitidamente nel riflesso, con occhi che sembravano traforarmi l'anima.

Il terrore mi paralizzò. Non riuscivo a muovermi, né a distogliere lo sguardo. La figura nel vetro compì gesti che io non compivo: un sorrisetto maligno che non riuscivo a reprimere, un movimento della mano che non avevo eseguito. Mi resi conto che non stavo solo guardando uno specchio, ma una finestra verso qualcosa di inimmaginabile. Una porta, proprio come aveva detto la voce al telefono.

All'improvviso, sentii una mano, o qualcosa di simile, afferrarmi per il braccio dall'altro lato. Con uno strappo, mi ritrovai a osservare la scena dall'interno del riflesso: ero io, ma imprigionato. E mentre l'entità prendeva il mio posto nel mondo reale, compresi di essere finito in una trappola che aveva predisposto da tempo.

La paura di restare intrappolato in quel mondo alternativo, con la consapevolezza che il mio carnefice avrebbe vissuto la mia vita, mi dilaniava. Ora, il tempo si è fermato, e la mia unica compagna è l'ombra di una follia che mi avvolge, senza lasciarmi mai.

Scrivi il tema al posto mio

Valutazioni degli utenti ed insegnanti:

Voto:5/ 54.01.2025 o 14:20

**Voto: 9** Commento: Un racconto avvincente e ben congegnato, ricco di suspense e descrizioni evocative.

L'uso del punto di vista in prima persona amplifica l'angoscia, rendendo il lettore parte della tormentosa esperienza. Bravo!

Voto:5/ 54.01.2025 o 7:52

"Wow, questo suono sembra davvero inquietante! Devo assolutamente leggere il racconto intero! ?

Voto:5/ 56.01.2025 o 12:52

Ma com'è possibile che una telefonata possa legare tutto a casa? Non riesco a immaginare come si possa costruire una storia così!

Voto:5/ 58.01.2025 o 20:34

Secondo me è come se il telefono fosse un portale, tipo quelle cose nei film!

Voto:5/ 510.01.2025 o 20:49

Grazie per aver condiviso questa storia, non riesco a smettere di pensarci!

Voto:5/ 513.01.2025 o 19:55

C'è qualche consiglio su come sfruttare al meglio l'idea di riflessi e mondi alternativi nello scrivere? Sarebbe super interessante!"

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