Tema

Il protagonista e l’oggetto misterioso: un incontro che cambia la vita durante una passeggiata nel parco

Valutazione media:5 / 5

Tipologia dell'esercizio: Tema

Riepilogo:

Durante una passeggiata al parco, trovo un medaglione che mi trasporta nel Rinascimento, dove incontro Leonardo da Vinci e imparo il valore della curiosità.

Era un pomeriggio di primavera e mi trovavo nel parco cittadino, immerso nella tranquillità e rilassato dalla dolce brezza che scompigliava delicatamente gli alberi. Le cicale cantavano il loro ritornello eterno, mentre i colori vividi dei fiori attorno a me sembravano danzare sotto la luce dorata del sole. Era uno di quei rari momenti in cui tutto sembrava perfetto, armonioso. Avevo lasciato le tensioni della settimana scolastica alle spalle e mi godevo la serenità di quel luogo, camminando senza meta.

Mentre percorrevo uno dei sentieri meno battuti, il mio sguardo si posò su una vecchia panchina di legno, semisepolta sotto un tappeto di foglie secche. D'istinto, si risvegliò in me la curiosità: a chi apparteneva quella panchina? Quante storie aveva ascoltato nel corso degli anni? Mi avvicinai e notai qualcosa di strano: un oggetto sporgeva leggermente da sotto la panchina. Era come se una forza invisibile mi attirasse verso di esso.

Abbassandomi, scoprii un piccolo oggetto rotondo, simile a un medaglione antico. Appena lo toccai, una corrente elettrica sembrò attraversarmi, portandomi via il fiato per un attimo. Chiudevo gli occhi, sopraffatto da una sensazione di vertigine, e quando li riaprii, il paesaggio intorno a me era completamente cambiato. Non c'erano più alberi moderni o fiori curati dal giardiniere comunale: mi trovavo in un ambiente completamente diverso, un’epoca lontana che non riuscivo immediatamente a riconoscere.

Mi guardai attorno con stupore e una leggera inquietudine crescente. Mi ritrovai davanti a una folla di persone vestite in abiti d'altri tempi, con lunghe tuniche e cappelli strani, tipici del Rinascimento italiano. Mi resi conto con sorpresa che mi trovavo a Firenze, nel pieno di un mercato medievale. L’aria era intrisa di spezie, e i venditori gridavano le loro offerte in italiano antico. Il cuore mi batteva all'impazzata, e un misto di timore e meraviglia mi assaliva. “Sono davvero qui? Come è possibile?” pensai, tentando di trattenere il panico.

In quel momento, vidi un uomo avanzare attraverso la folla. Era vestito elegantemente, con un cappello a tesa larga che ombreggiava parzialmente il volto. Quando mi avvicinai, riconobbi le sembianze familiari di Leonardo da Vinci. Non potevo crederci: stavo guardando una delle più grandi menti della storia! Leonardo mi osservò con curiosità, i suoi penetranti occhi azzurri sembravano scrutarmi nell'anima.

“Giovane, sembra che tu sia confuso. È tutto a posto?” mi domandò con voce calma e rassicurante. Il suo tono mi trasmise una strana tranquillità. “Sì, sto bene... credo,” risposi esitante, “mi scusi, ma… dove mi trovo precisamente?” Leonardo sorrise enigmaticamente: “Firenze, naturalmene. Sei nel cuore del Rinascimento.”

Il suo modo di parlare, il suo atteggiamento riflessivo e calmo mi fecero sentire subito a mio agio, sebbene la situazione fosse surreale. Decisi di seguirlo, attratto dall’opportunità irripetibile di trascorrere del tempo con una figura così eccezionale. Mi condusse al suo studio, un luogo colmo di bozzetti, strumenti e invenzioni che avevo visto solo nei manuali di storia dell'arte e nelle lezioni scolastiche. La sala era inondata di una luce dorata che filtrava da un'ampia finestra, e il caos creativo che regnava nel laboratorio sembrava riflettere l'immenso genio del suo proprietario.

Leonardo iniziò a parlarmi delle sue idee, dei suoi progetti. Mi mostrò uno schizzo del celebre "Uomo Vitruviano" e mi spiegò dettagliatamente la connessione tra l’arte e la scienza, tra il corpo umano e l’universo. Mi resi conto di quanto poco apprezzassi davvero la profondità dei suoi studi, la sua capacità di vedere oltre, la sua voglia instancabile di conoscere.

Restai con lui tutto il giorno, ascoltando le sue storie e osservando i suoi lavori. Mi parlò della sua passione per il volo, della frustrazione per non essere riuscito a vedere alcune delle sue invenzioni prendere davvero il volo; ma mi raccontò anche dei suoi successi, del piacere che trovava nel dipingere e nel progettare nuove macchine. “La curiosità deve essere la tua bussola,” mi confidò, “mai smettere di porsi domande.”

Nel corso di quella giornata straordinaria, i miei pensieri spesso tornavano alla mia vita, al mio presente. Ricordai i momenti adolescenziali in cui mi sentivo vuoto, privo di direzione, senza scopi. Tutto il disagio di quei giorni sembrava scomparire alla luce della passione e della dedizione di Leonardo. Era come se un nuovo senso di speranza si stesse accendendo dentro di me.

Quando infine toccai di nuovo il medaglione per tornare al mio tempo, mi sentii profondamente cambiato. La Firenze moderna, con le sue vie trafficate e il brusio dei turisti, mi sembrava familiare ma diversa. Ero grato per l’esperienza vissuta e per l’incontro con Leonardo. “Non più spettatore” mi dissi, “ma attore della mia stessa storia.”

Quella passeggiata nel parco, iniziata nella tranquillità di un pomeriggio qualsiasi, si era trasformata in una straordinaria avventura che mi aveva insegnato il valore della curiosità, dell’impegno e della ricerca personale. Avevo acquisito una nuova prospettiva sulla mia vita e sul mondo che mi circondava. La paura dell’ignoto si era trasformata in desiderio di scoperta. Avevo imparato che ogni momento può rappresentare un’opportunità per cambiare il proprio modo di vedere le cose e che, come mi aveva insegnato Leonardo, la vera crescita inizia quando si decide di ascoltare la voce della curiosità.

Da allora, tornai spesso a quella panchina nel parco, ma non trovai mai più il medaglione. Forse non era mai esistito davvero, o forse era semplicemente sparito come era apparso. Ma la lezione appresa era reale e, giorno dopo giorno, cerco di vivere con quella stessa curiosità e voglia di imparare che avevo visto negli occhi di Leonardo durante quel viaggio straordinario nel passato.

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Ocena nauczyciela:

approveQuesto lavoro è stato verificato dal nostro insegnante: 29.10.2025 o 21:00

Sull'insegnante: Insegnante - Alessia P.

Da 8 anni preparo in modo sistematico all’Esame di Stato. Lavoro con piano logico, esempi precisi e stile adatto alla forma; con le classi più giovani esercitiamo comprensione e forme brevi. In classe c’è silenzio produttivo e spazio per le domande.

Voto:5/ 529.10.2025 o 21:10

**Voto: 10-** Commento: Ottima narrazione, coinvolgente e ricca di dettagli sensoriali.

L’inserimento di Leonardo da Vinci è originale e ben gestito. Il tema riflette una crescita personale credibile. Da apprezzare stile e connessioni storiche; cura meglio sintesi e chiarezza in alcuni passaggi.

Komentarze naszych użytkowników:

Voto:5/ 527.10.2025 o 16:44

curioso sto medaglione lol

Voto:5/ 530.10.2025 o 7:51

Ma quindi quando ritorni al presente ti ricordi tutto di Leonardo oppure è tipo un sogno che sparisce?

Voto:5/ 531.10.2025 o 8:38

Penso che il protagonista tiene il ricordo, sennò che senso avrebbe la “lezione” imparata da Leonardo, no?

Voto:5/ 51.11.2025 o 10:16

bello questo tema, un po’ fantasy ma rende tanto secondo me!

Voto:5/ 53.11.2025 o 7:07

grazie mille, mi serviva proprio x il compito 😅

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