In una notte fredda, la bambina di nome Sammy decide di esplorare una casa abbandonata per scoprire se i fantasmi esistono: sul cancello incontra Belinda, una bambina che si rivela essere un fantasma.

Questo lavoro è stato verificato dal nostro insegnante: 13.10.2024 o 11:38

Tipologia dell'esercizio: Tema

Aggiunto: 4.10.2024 o 22:13

L'inverno avvolgeva il piccolo villaggio con un manto di gelo, mentre il vento ululava attraverso gli alberi spogli della campagna circostante. Sammy, una ragazza curiosa e intraprendente di appena tredici anni, si era sempre chiesta se le storie di fantasmi che si tramandavano di generazione in generazione fossero solo leggende o nascondessero un fondo di verità. Nel cuore del villaggio, alla fine della strada principale, c'era un'antica casa abbandonata, una dimora che incuteva soggezione e paura. Si diceva che le sue finestre rotte e i muri coperti di edera nascondessero spiriti inquieti.

Era una fredda notte di dicembre quando Sammy decise di risolvere il mistero una volta per tutte. Avvolta nel suo cappotto più pesante e con una torcia stretta nella mano, si incamminò verso quella casa che da tempo aveva catturato la sua immaginazione. La neve scricchiolava sotto i suoi stivali mentre avanzava lungo il sentiero che portava al cancello arrugginito, e il cuore le batteva forte nel petto. Ma la curiosità era troppo forte per essere ignorata, e Sammy sentiva che quella notte avrebbe scoperto qualcosa di straordinario.

Non appena raggiunse il cancello, Sammy notò la figura di una bambina che si stagliava contro il cielo notturno. Indossava un abito bianco che sembrava tremolare, etereo e leggero come una fiamma al vento. "Ciao," disse la bambina con un sorriso gentile e occhi che brillavano di una luce antica, "io sono Belinda."

Sammy, sorpresa dalla presenza inaspettata, contraccambiò il saluto con un misto di curiosità e cautela. "Cosa ci fai qui, da sola, questa sera?" chiese con tono curioso, cercando di mascherare l'apprensione.

"Sono venuta a vedere la vecchia casa," rispose Belinda, il suo sguardo colmo di una strana malinconia. "Vieni, ti mostro il posto." Sammy esitò solo un momento, ma la sensazione di meraviglia che provava le impedì di rifiutare l'invito. Così seguì Belinda lungo il sentiero avvolto dalle ombre verso la casa misteriosa.

La casa si ergeva davanti a loro, maestosa e desolata, come un gigante addormentato. I contorni della struttura sembravano dissolversi nella nebbia invernale, e mentre entravano, la torcia illuminò l'interno polveroso e dimenticato. Mobili antichi ricoperti da lenzuola ingiallite creavano un'atmosfera di inquietante bellezza, e l'aria era satura di storie dimenticate e segreti nascosti.

"Qui ci sono tante storie," disse Belinda, la sua voce un sussurro nella vastità della casa vuota. "Loro non vogliono disturbarci. A loro piace ascoltare."

Sammy si chiese chi fossero "loro", ma non fece nessuna domanda. C'era qualcosa di magico e rassicurante nella presenza di Belinda, qualcosa che le fece sentire che non doveva avere paura. Esplorarono le stanze, ognuna raccontava una propria storia fatta di echi lontani e sussurri del passato. Belinda sembrava conoscere ogni angolo della casa e ciò che vi era successo, come se avesse abitato lì da molto tempo.

Ad un certo punto, si fermarono in una stanza più piccola e intima. Sulle pareti erano ancora appese vecchie fotografie che ritraevano una famiglia unita, momenti felici congelati nel tempo. Sammy osservò le immagini con attenzione, riconoscendo in una figura la somiglianza sorprendente con Belinda. "Quella sei tu?" chiese incredula, respirando appena.

Belinda annuì lentamente, il suo volto segnato da un'espressione di pacata accettazione. "Sì, ero io tanto tempo fa. Ora sono solo un ricordo di questo posto."

Le parole risuonarono nell'aria come una verità inconfutabile, e in quel momento Sammy comprese la natura di ciò che aveva davanti: Belinda era un fantasma, uno spirito rimasto legato alla casa a causa di un'affezione mai svanita. Era come se Belinda fosse un filo invisibile che collegava il presente con il passato, una testimonianza vivente (o quasi) di tempi ormai dimenticati.

Nonostante il timore che avrebbe paralizzato chiunque altro, Sammy provò una strana forma di pace. Quella presenza non era minacciosa, ma piuttosto un ponte tra le epoche, un balzo nella storia che le permetteva di esplorare il passato senza timore. Le due ragazze continuarono a parlare, condividendo storie del mondo da cui Belinda proveniva e quello di Sammy. Era come cucire insieme i frammenti di due vite che, seppur distanti, si erano incontrate magicamente in quella notte.

Quando le prime luci dell'alba cominciarono a rischiarare l'orizzonte, Sammy sapeva che era il momento di tornare a casa. La notte fredda aveva portato con sé una rivelazione che avrebbe custodito per sempre. Salutò Belinda con un sorriso triste, promettendo di tornare per un'altra visita. In cuore suo, sapeva che quel legame tra loro non si sarebbe spezzato, che il segreto di quella casa ora era anche il suo segreto. Mentre si allontanava dalla dimora, una nuova serenità l'accompagnava. In quell'incontro magico aveva trovato un'amica e il segreto più grande della sua vita, e sapeva che la sua curiosità l'avrebbe sempre spinta a cercare nuove avventure.