Una storia ambientata nel 5300 a.C. che ha come protagonista Ötzi, un cacciatore, e gli abitanti del suo villaggio, ambientata sulle Alpi in inverno.
Questo lavoro è stato verificato dal nostro insegnante: 13.10.2024 o 11:47
Tipologia dell'esercizio: Tema
Aggiunto: 26.09.2024 o 12:42
Riepilogo:
Ötzi, cacciatore esperto delle Alpi, affronta l'inverno per salvare il suo villaggio. Caccia un lupo, portando così cibo e speranza. ?❄️✨
Ötzi, il Cacciatore delle Alpi
Nel cuore dell'inverno del 530 a.C., le Alpi erano un regno di gelo e silenzio, interrotto solo dai sussurri del vento e dal canto lontano dei lupi. Le cime innevate si stagliavano contro un cielo plumbeo, immerso nella penombra degli interminabili giorni invernali. In un piccolo villaggio nascosto tra le montagne, viveva un gruppo di persone che sopravviveva grazie alla caccia e alla raccolta dei pochi frutti concessi da quella dura terra.Uno dei cacciatori più abili del villaggio era Ötzi, un uomo robusto dai capelli scuri e dagli occhi penetranti, segnato da cicatrici e calli che testimoniavano anni di lotte contro la natura selvaggia. Ötzi era rispettato per la sua conoscenza del territorio e per la sua abilità nel costruire strumenti di pietra e ossa, essenziali per la sopravvivenza quotidiana.
Con l'inverno ormai inoltrato, le speranze di ottenere cibo diventavano sempre più scarse. Gli animali erano pochi e difficili da trovare, e il gelo rendeva arduo ogni passo fuori dai rifugi caldi delle capanne. Ötzi sapeva che la sopravvivenza del suo villaggio dipendeva dalla sua capacità di tornare con prede sufficienti per sfamare tutti.
Un mattino, dopo una notte di vento impetuoso che aveva ricoperto tutto con uno strato di neve fresca, Ötzi si preparò per una lunga battuta di caccia. Indossava il suo mantello di pelliccia e i legacci fatti di fibra vegetale, che proteggevano i suoi piedi dai morsi del freddo. Controllò una volta di più il suo arco di legno di tasso e il carniere pieno di frecce. Il fidato stiletto di pietra e un piccolo sacchetto contenente erbe medicinali e funghi secchi erano sempre con lui.
Prima di partire, Ötzi si fermò fuori dalla capanna principale, dove il capo del villaggio, un anziano chiamato Arlan, lo attendeva. Arlan, nonostante l'età avanzata, si alzò in piedi con dignità e, guardando negli occhi Ötzi, disse: "Portaci la vita dal cuore di queste montagne, amico mio. Ogni essere vivente che torni con te sarà un dono per tutti noi."
Ötzi annuì senza parole e partì in silenzio, consapevole della responsabilità che portava sulle spalle. Il mondo d'inverno era ostile e maestoso allo stesso tempo, con la neve che scricchiolava sotto i suoi piedi e il respiro che si trasformava in nuvole di nebbia davanti al suo volto.
Camminò per ore, seguendo tracce impercettibili agli occhi dei meno esperti. Finalmente, giunse a una radura dove trovò segni recenti di cervi. Col cuore che batteva forte, si accovacciò dietro un cespuglio innevato e osservò attentamente. Là, proprio al centro della radura, un cervide stava grattando la neve alla ricerca di muschio.
Ötzi tese il suo arco, inspirando lentamente per mantenere la mano ferma. In quel momento di tremenda concentrazione, il clangore lontano di un ramo spezzato lo distrasse per un attimo. Un lupo apparve improvvisamente alla sua vista, puntando il cervo con la stessa intenzione.
Il caos seguì in un battito di ciglia. Il cervo, avvertito del pericolo, fuggì via con veloci balzi, mentre il lupo intraprese la caccia. Ötzi lottava contro il tempo. Caricò un'altra freccia e la scagliò verso il lupo, colpendolo alla spalla e facendolo cadere con un guaito.
Affrontando rapidamente l'animale ferito, Ötzi estrasse il suo stiletto e finì il lupo con precisione. Sebbene avesse perso il cervo, il lupo poteva comunque offrire carne e pelliccia preziosa.
Portò la preda con grande sforzo verso il villaggio, sperando che fosse abbastanza per passare qualche giorno in più. Quando vide le prime capanne apparire attraverso il velo di neve, il cuore di Ötzi si riempì di sollievo. Il ritorno fu accolto con grida di gioia e gratitudine, mentre tutti si riunivano per condividere il bottino. Arlan, con occhi brillanti di orgoglio e affetto, gli mise una mano sulla spalla.
"Sei il nostro salvatore, Ötzi. La tua forza e il tuo coraggio sono il dono più grande per il villaggio."
La notte calò silenziosa sulle Alpi, ma all'interno delle capanne il calore del cibo e della compagnia scaldava i cuori degli abitanti. Ötzi, stanco ma soddisfatto, si addormentò con il suono delle risate dei bambini nelle orecchie, sapendo che per quel giorno, aveva vinto un'altra battaglia contro l'inverno implacabile.
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Note di Correzione: 1. Correzione del titolo del compito per maggiore chiarezza. 2. Aggiunta di dettagli alla descrizione dell'inverno e delle difficoltà del villaggio. 3. Semplificazione della trama per renderla meno complessa. 4. Aggiunta di dettagli sui preparativi di Ötzi e sulla sua partenza. 5. Revisione della scena di caccia per migliorare il punto di vista e aumentare la tensione. 6. Aggiunta di sfoghi emozionali e di camere per migliorare il senso drammatico della narrazione. 7. Uniformità nel tempo verbale e correzione di errori grammaticali.
Valutazioni degli utenti ed insegnanti:
**Voto: 10-** Il tema presenta una narrazione coinvolgente e ben strutturata, con un'ottima attenzione ai dettagli storici e ambientali.
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