Il collegamento profondo tra il tema del progresso in Svevo e il finale de 'La coscienza di Zeno': spiegazione delle motivazioni
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Tipologia dell'esercizio: Tema
Aggiunto: 20.06.2025 o 17:57

Riepilogo:
Attraverso Zeno Cosini, Italo Svevo critica il progresso incondizionato, evidenziando l'alienazione moderna e l'importanza del progresso interiore e morale.
Il concetto di progresso ha avuto sempre un ruolo fondamentale nel dibattito culturale e letterario della modernità. Italo Svevo, pseudonimo di Ettore Schmitz, scrittore triestino del primo Novecento, ha saputo utilizzare il tema del progresso in modo complesso e critico, specialmente nel suo romanzo più famoso, "La coscienza di Zeno". Al cuore della narrazione vi è una profonda esplorazione della psicologia umana e della società del suo tempo, resa attraverso il diario del protagonista, Zeno Cosini. Per comprendere il collegamento tra Svevo e il tema del progresso, è necessario analizzare il finale del romanzo, dove il protagonista riflette sulla condizione dell'uomo moderno in un mondo in rapido cambiamento.
Zeno Cosini è un uomo della sua epoca, inserito in un contesto storico e sociale contrassegnato da profonde trasformazioni industriali e scientifiche. Tuttavia, come emerge dai suoi racconti diaristici, Zeno si muove con incertezza e disagio in questo scenario di progresso accelerato. Il suo rapporto conflittuale con la modernità si manifesta nelle molteplici terapie a cui si sottopone per smettere di fumare, nel suo atteggiamento nei confronti del lavoro e nelle sue relazioni personali. Tutto nel mondo di Zeno sembra suggerire un continuo tentativo di miglioramento e avanzamento, ma questo progresso, anziché portare a una realizzazione personale, lo immerge in un crescente senso di insoddisfazione e alienazione.
Nel finale de "La coscienza di Zeno", Svevo porta all'apice la sua critica nei confronti della concezione tradizionale del progresso. Le ultime pagine del romanzo si distaccano dalle narrazioni diaristiche precedenti per assumere un tono quasi profetico e universale. Svevo descrive una visione apocalittica di un mondo che, perdendo il controllo delle forze del progresso, rischia l'autodistruzione. In queste riflessioni finali, Zeno immagina un'umanità che, nonostante tutti i successi scientifici e tecnologici, non è in grado di dominare quelle stesse forze che ha creato: "Forse attraverso una catastrofe inaudita, prodotta dagli ordigni che l’essere umano non è più in grado di controllare, l’umanità stessa soccomberà."
Questa visione apocalittica rappresenta il culmine della critica sveviana verso un modello di progresso visto come ineluttabile e positivo. Svevo intuisce che i traguardi raggiunti dalla scienza e dalla tecnologia non sono sufficienti a garantire un autentico miglioramento della condizione umana. Egli sottolinea il rischio della disumanizzazione, derivante da un eccessivo affidamento alla razionalità scientifica e alla produzione meccanica, che porta l’individuo a essere una semplice pedina in un ingranaggio che non comprende e non controlla del tutto.
Pertanto, il collegamento tra Svevo e il tema del progresso si articola in una critica ironica e profonda dell’ottimismo positivistico dell’epoca. Il progresso economico e scientifico prometteva benessere e progresso etico-civile, ma Svevo evidenzia come tale lancio verso il futuro possa trasformarsi in una corsa cieca verso l'autodistruzione, un’autoillusione collettiva che acceca l'uomo riguardo alla propria incapacità di dominare le passioni interne e le dinamiche sociali esterne.
Svevo, attraverso il pessimismo di Zeno, invita a una riflessione profonda sull'essenza del progresso, sottolineando che il vero avanzamento non è solamente materiale o tecnologico, ma dovrebbe includere la crescita interiore e morale dell’individuo e della collettività. Il viaggio interiore di Zeno, pieno di fallimenti e conflitti irrisolti, diventa metafora del viaggio dell’umanità verso una consapevolezza di sé che va oltre i meri risultati tangibili.
In sintesi, il collegamento tra Svevo e il tema del progresso, attraverso il finale de "La coscienza di Zeno", risiede nella critica della fiducia incondizionata nel miglioramento continuo. Svevo ci fa prendere coscienza che il vero progresso implica una nuova comprensione e un rinnovato equilibrio tra scienza, etica e auto-coscienza, necessario per evitare di essere consumati dalle stesse forze che abbiamo generato. Svevo ci esorta a riflettere sugli aspetti qualitativi dell’esistenza e sulla centralità della dimensione umana rispetto ai successi esteriori.
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