La letteratura religiosa nell’età comunale: i francescani, san Francesco d’Assisi e il Cantico di frate Sole, Iacopone da Todi, e le origini della lirica italiana
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Tipologia dell'esercizio: Tema
Aggiunto: 18.02.2025 o 21:21
Riepilogo:
Nell'età comunale (XII-XIV sec.) emerge la letteratura religiosa e la lirica italiana, con Iacopone da Todi e il "Dolce Stil Novo". Importanti anche satire e cronache. ?✨
Nell'età comunale, tra il XII e il XIV secolo, la letteratura religiosa rappresenta uno dei filoni più significativi della produzione culturale italiana. La presenza dei francescani è centrale in questo contesto. Fondato da San Francesco d'Assisi, l'ordine francescano promuoveva ideali di povertà, umiltà e amore per tutte le creature. Francesco stesso ha lasciato un segno imperituro nella letteratura con il suo "Cantico di Frate Sole", uno dei primi testi poetici in volgare italiano, che celebra la bellezza del creato e loda Dio attraverso le sue creature.
Un altro elemento chiave della letteratura religiosa di questo periodo è rappresentato da Iacopone da Todi. Nato a Todi nel 123 circa, Iacopone visse una vita segnata da una profonda conversione religiosa dopo la morte tragica della moglie. Entrò nell'ordine francescano e inizio a comporre laudi, canti religiosi in volgare che esprimevano la sua fervente spiritualità. Tra le sue opere più celebri figura "Donna de Paradiso", una lauda che racconta la Passione di Cristo con una intensità emotiva notevole.
Accanto alla letteratura religiosa, l'età comunale vede anche la nascita della lirica italiana. In questo periodo emergono figure come i trovatori, che dalla Provenza portano in Italia la tradizione della poesia cortese. Da questi sviluppi nascerà la Scuola Siciliana, un gruppo di poeti attivi alla corte di Federico II di Svevia, che scrissero in una forma di volgare illustre. Figura centrale della scuola è Iacopo da Lentini, cui si attribuisce l'invenzione del sonetto. Tra le sue opere, "Amor è un desio" esprime con eleganza la tematica amorosa tipica della lirica cortese.
Nel contesto della transizione tra la lirica della Scuola Siciliana e quella toscana emergono i cosiddetti "rimatori toscani", tra i quali spicca Guittone d'Arezzo. Nato intorno al 1235, Guittone viene ricordato per aver introdotto maggior complessità nella struttura delle sue liriche, affrontando tematiche amorose ma anche morali e politiche. Il suo componimento "Ahi lasso, or è stagion de doler tanto" identifica il dolore personale con la sofferenza collettiva.
Il "Dolce Stil Novo" segna una svolta nella poesia italiana, con un'estetica fondata sulla nobiltà dell'animo e l'ideale dell'amore spirituale. Guido Guinizelli è considerato il precursore di questo movimento. Nato a Bologna intorno al 123, compose poesie in cui l'amore è associato alla purificazione dell'animo. Il suo "Al cor gentil rempaira sempre amore" sintetizza questa visione.
Guido Cavalcanti, nato a Firenze nel 1255, è una delle figure di spicco del "Dolce Stil Novo". I suoi versi sono intensi e a volte oscuro, riflettendo una concezione dell'amore come forza travolgente. Un esempio è "Voi che per li occhi mi passaste il core", che trasmette la potenza sensoriale dell'amore.
La poesia dell'età comunale non si limita al solo aspetto alto e stilnovista, ma comprende anche espressioni più giocose e terrene, come la poesia goliardica e comico-parodica. "In taverna quando sumus" è un celebre esempio di poesia goliardica che celebra i piaceri della vita boema.
Cecco Angiolieri, nato a Siena intorno al 1260, è un rappresentante della poesia comico-parodica. Le sue opere riflettono un approccio satirico e dissacrante, come "S'i fosse foco, arderei 'l mondo", dove esprime sentimenti di ribellione e disillusione rispetto ai valori cortesi.
La prosa del periodo è altrettanto significativa, con le raccolte di aneddoti come "Il Novellino" che offrono un affresco della vita quotidiana e delle credenze popolari. I libri di viaggi, come quelli di Marco Polo, esploratore veneto del XIII secolo, ampliavano gli orizzonti degli europei verso le meraviglie dell'Oriente.
Le cronache, infine, rappresentano la nascita della storiografia locale. Le "Cronache" di Dino Compagni e quelle di Giovanni Villani forniscono riflessioni sulla vita politica e sociale delle loro città, Firenze in particolare, costituendo fonti imprescindibili per chi voglia comprendere l'evoluzione dei comuni italiani. Queste opere, pur nella loro varietà, delineano un quadro culturale complesso e ricco, testimoniando il fervore intellettuale dell'Italia comunale.
Valutazioni degli utenti ed insegnanti:
**Voto: 28/30** Commento: Ottima analisi della letteratura religiosa e della poesia nell'età comunale.
Voto: 10- Commento: Il tema mostra una buona comprensione della letteratura religiosa nell’età comunale, con riferimenti precisi e ben contestualizzati.
**Voto: 9** Il tema presenta una visione chiara e approfondita della letteratura religiosa e lirica nell'età comunale.
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