Descrizione soggettiva di una ragazza

Questo lavoro è stato verificato dal nostro insegnante: 4.12.2024 o 4:33

Tipologia dell'esercizio: Tema

Aggiunto: 21.11.2024 o 22:41

Chiara era una ragazza come tante, eppure aveva una presenza che non passava inosservata. I suoi amici la descrivevano come solare e piena di vita, ma chi non la conosceva bene poteva scambiarla per una persona riservata o addirittura timida. La verità è che Chiara sapeva ascoltare, e quella qualità le donava un aura di pacata saggezza che non si trovava spesso tra i suoi coetanei.

Fisicamente, Chiara era di statura media, con un corpo agile e snello, frutto di molte ore trascorse a praticare pallavolo, che era la sua grande passione. Portava con naturalezza i suoi capelli, castani e leggermente mossi, che spesso raccoglieva in una treccia quando giocava. Gli occhi di Chiara erano forse la sua caratteristica più affascinante: color nocciola e pieni di una luce vivace, sembravano sempre scrutare con interesse ciò che avevano davanti. Era come se attraverso il suo sguardo Chiara riuscisse a entrare in sintonia con il mondo circostante, cogliendone aspetti che sfuggivano agli altri.

Frequentava la terza classe di un liceo scientifico, e la sua dedizione allo studio era evidente. Non perché Chiara ambisse ad essere la prima della classe, ma perché sentiva il bisogno di comprendere profondamente ciò che apprendeva. Questo rendeva le sue opinioni sempre ponderate e argomentate, qualità che i suoi insegnanti apprezzavano molto. In particolare, amava la fisica: i fenomeni naturali la affascinavano, e passava ore a cercare di capire il perché delle cose.

Chiara aveva un gruppo di amici affiatato, con cui condivideva molte passioni. La musica era una di queste. Le piaceva suonare la chitarra, abilità che aveva sviluppato grazie a suo nonno, un uomo che ammirava moltissimo. Quando con gli amici organizzavano serate intorno al falò sulla spiaggia, Chiara era sempre quella che rompeva gli indugi e cominciava a suonare e cantare, coinvolgendo tutti. Quelle serate erano tra i momenti più belli per lei: sentirsi parte di qualcosa, in armonia con le persone che amava e l'ambiente attorno, riscaldata dal calore del fuoco e dalla compagnia.

Ma Chiara non era solo una ragazza per momenti di gioia e spensieratezza. Aveva un forte senso della giustizia che talvolta la portava a schierarsi anche quando era scomodo farlo. Non tollerava le ingiustizie o le prese in giro a scuola, e non esitava a intervenire quando vedeva qualcuno in difficoltà. Era capace di affrontare le situazioni con determinazione e coraggio, perché, come spesso diceva, "se noi non facciamo la nostra parte, chi lo farà?"

Chiara aveva anche una grande curiosità verso il mondo. Amava viaggiare con la famiglia, e ogni viaggio era per lei un'opportunità di scoprire qualcosa di nuovo. Ammirava la bellezza delle città d'arte italiane, ma il suo sogno era quello di visitare il Giappone: la cultura, gli usi e i costumi così diversi dai nostri suscitavano in lei un interesse profondo. Nel tempo libero, leggeva libri che parlavano di luoghi lontani, ampliando le sue conoscenze e alimentando il desiderio di esplorare.

Ogni tanto si sedeva da sola sul terrazzo di casa, soprattutto in primavera e in estate quando il cielo era limpido e aranciato al tramonto. Era quello il suo momento di riflessione, lontano dal chiasso quotidiano. Pensava al futuro, a cosa avrebbe voluto fare da grande. Il suo sogno era diventare una scienziata, contribuire con le sue scoperte a migliorare il mondo, ma era consapevole che il cammino da percorrere era lungo e impegnativo.

In sintesi, Chiara era una ragazza con una visione chiara della vita. Sapeva godere di ogni momento, ma aveva anche obiettivi precisi che intendeva raggiungere. La sua vita era un perfetto equilibrio tra spensieratezza e serietà, tra sogno e realtà, un equilibrio che le permetteva di affrontare le sfide con il sorriso e la determinazione di chi sa cosa vuole dalla vita.