Saggio

Racconta di un periodo in cui ti sentivi sola e incompresa, e di come la tua amica ti ha aiutato.

Valutazione media:5 / 5

Tipologia dell'esercizio: Saggio

Riepilogo:

Durante l'adolescenza, la solitudine può far presa; ma l'amicizia, come quella con Sara, insegna che piccoli gesti possono illuminare momenti bui. ?

La sensazione di solitudine e la mancanza di comprensione da parte degli altri sono esperienze comuni durante l'adolescenza. È un periodo di transizione in cui molte persone si trovano tra l'infanzia e l'età adulta, con nuove responsabilità e aspettative che possono sembrare schiaccianti. In questo contesto si inserisce il potere salvifico dell'amicizia, un tema che ha attraversato secoli di letteratura e tanti vissuti personali.

Ricordo distintamente il periodo in cui mi sono sentita più sola e incompresa. Ero al terzo anno di scuola superiore. Tutto era cominciato con un cambiamento apparentemente piccolo ma che aveva avuto un effetto disastroso. Uno dei miei più cari amici di infanzia si era trasferito all'estero con la sua famiglia. Ci conoscevamo da sempre, e lui era sempre stato una presenza fissa e rassicurante nella mia vita. Con la sua partenza, sentii come se una parte di me fosse stata sradicata, lasciandomi con un vuoto che non sapevo come riempire.

In quel periodo, sembrava che nessuno nella mia vita capisse davvero come mi sentivo. I miei genitori erano impegnati a lavoro e credevano che i miei silenzi e il mio isolamento fossero semplicemente una fase adolescenziale. A scuola, i miei coetanei sembravano troppo occupati nelle loro vite per notare che mi stavo allontanando. Passavo sempre più tempo da sola, avvolta in pensieri che sembravano un vortice infinito di solitudine.

Ma proprio quando mi sembrava di affondare, la mia amica Sara mi ha teso la mano. Sara e io eravamo compagne di classe e avevamo legato durante i primi anni di scuola superiore, ma non avevamo mai approfondito realmente il nostro rapporto. Un giorno, mentre uscivamo da scuola, Sara si avvicinò a me e, con il suo usuale modo schietto, mi chiese se volessi prendere un caffè insieme. Accettai senza pensarci troppo, forse anche per spezzare la noia delle mie giornate solitarie.

Quel pomeriggio al caffè svoltò il corso del mio anno scolastico. Sara non cercò di costringermi a chiacchierare o di farmi domande invadenti. Sedette semplicemente con me, parlando di argomenti leggeri e condividendo storie della sua famiglia e dei piccoli drammi quotidiani. Quella semplice dimostrazione di interesse genuino e il tempo che decise di trascorrere con me, furono un piccolo ma potente segnale che trasmise immediatamente un senso di appartenenza.

Col passare dei giorni, Sara continuò a cercarmi, invitandomi a unirmi a lei per studiare insieme o semplicemente per una passeggiata al parco. La sua costanza e la sua attenzione sincera mi permisero di aprirmi gradualmente. Le raccontai della mia sensazione di vuoto e di quanto fossi colpita dalla partenza del mio amico. Sara mi ascoltò, offrendo un orecchio premuroso e parole di conforto che non mi aspettavo da una coetanea. Spesso aveva il dono di sapere quando parlare e quando stare semplicemente in silenzio accanto a me, una capacità rara e preziosa.

Da quell'amicizia nacque una connessione che mi ha insegnato il valore inestimabile del supporto reciproco. Sara mi mostrò che non dovevo affrontare da sola le sfide che la vita mi poneva davanti. Anche se il mondo attorno a me sembrava troppo occupato per accorgersi della mia angoscia, la presenza di Sara fu un faro che mi guidò fuori dall'oscurità.

La lezione più importante che ho appreso da quell'esperienza è che l'amicizia vera ha il potere di curare e infondere nuova forza dove c'era solo disperazione. Nell'incertezza di quel periodo, Sara non solo mi salvò dal mio isolamento, ma mi insegnò anche l'immenso valore dell'essere presente per gli altri. Grazie a lei, compresi che non dovevo avere paura di mostrarmi vulnerabile e che l'apertura può far nascere legami profondi e significativi.

Oggi, quando mi trovo di fronte a un amico che attraversa un periodo difficile, cerco di seguire l'esempio di Sara: essere una presenza costante, pronta a offrire ascolto e sostegno. In quella fase critica della mia adolescenza, ciò che fece davvero la differenza furono piccoli gesti di gentilezza e comprensione. Con il suo intervento semplice ma potente, Sara non solo mi salvò, ma mi insegnò anche a salvare.

Scrivi il saggio al posto mio

Valutazioni degli utenti ed insegnanti:

Voto:5/ 51.12.2024 o 20:00

Voto: 9 Commento: Il tema affronta in modo profondo e toccante il tema della solitudine e dell'amicizia.

La narrazione è fluida e riesci a trasmettere emozioni autentiche, mostrando leggerezza e gravità in equilibrio. Buon lavoro!

Voto:5/ 54.12.2024 o 12:17

Grazie mille per questo articolo, mi ha colpito! ?

Voto:5/ 58.12.2024 o 8:10

Ma cosa farei se non avessi un’amica come Sara? È davvero così semplice trovare supporto?

Voto:5/ 510.12.2024 o 8:15

Non è sempre facile, ma a volte basta una semplice parola gentile per fare la differenza! ?

Voto:5/ 513.12.2024 o 21:27

Questo articolo è stato davvero utile, lo userò per la mia composizione

Voto:5/ 515.12.2024 o 1:26

A volte mi sento davvero sola, secondo voi quali piccoli gesti potrebbero aiutarmi a sentirmi meglio?

Voto:5/ 517.12.2024 o 10:53

Ti capisco! Anche io ho momenti così, ma pensare ai momenti belli con gli amici mi aiuta tanto! ?

Voto:5/ 519.12.2024 o 10:41

Grazie per aver condiviso questa storia, mi è piaciuta tantissimo

Voto:5/ 523.12.2024 o 3:32

È incredibile come l'amicizia possa trasformare i momenti difficili in qualcosa di bello, giusto? ?

Voto:5/ 55.12.2024 o 16:20

**Voto: 9** Il tema affronta in modo profondo e sincero la solitudine e il valore dell'amicizia.

La narrazione è fluida e i dettagli personali rendono il racconto autentico. Sarebbe utile una maggiore introspezione sui sentimenti provati. Complimenti!

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