Scegli un solo episodio di questa estate appena trascorsa e mettilo per iscritto come se tu fossi uno scrittore che racconta cosè accaduto al protagonista del suo romanzo
Questo lavoro è stato verificato dal nostro insegnante: 19.10.2024 o 9:55
Tipologia dell'esercizio: Tema
Aggiunto: 22.09.2024 o 11:03
Riepilogo:
Il 15 luglio, un giovane giornalista documenta lo sbarco di migranti a Lampedusa. Tra speranza e tragedia, la resilienza umana emerge potentemente. ?❤️
Non era stato un giorno qualunque, anzi, quell’episodio avrebbe segnato la mia estate e sarebbe rimasto impresso nella mia memoria per anni a venire. Era il 15 luglio, una giornata calda come poche se ne erano viste quell’estate. Il sole splendeva alto nel cielo, implacabile, senza una nuvola all’orizzonte. La notizia di quel giorno aveva sconvolto l’intera comunità e si propagava rapidamente, come un incendio alimentato dal vento rovente.
Nel mio ruolo di giovane giornalista estivo per il giornale locale, avevo ricevuto una chiamata inaspettata che mi incaricava di un compito cruciale: seguire e documentare lo sbarco di migranti sulle coste siciliane, un evento che era diventato all’ordine del giorno ma che, quella giornata, avrebbe assunto una dimensione storica.
Mi trovavo pertanto sulla banchina del porto di Lampedusa, isola che rappresenta un ponte tra Africa e Europa. L’atmosfera era carica di tensione e aspettative. Il rumore delle onde si mescolava con i suoni degli elicotteri che sorvolavano la zona e le voci concitate di giornalisti e operatori umanitari. Non era la prima volta che mi trovavo in una situazione del genere, ma c'era qualcosa di diverso quel giorno. Forse l’enorme afflusso di persone? Qualcuno aveva accennato al fatto che sarebbe arrivato un numero record di migranti. O forse l’ombra di una tragedia imminente che aleggiava nell’aria.
Mi avvicinai a Marta, una volontaria della Croce Rossa italiana. La sua espressione era determinata, quasi inflessibile, ma non riusciva a nascondere una scintilla di preoccupazione nei suoi occhi. Stava coordinando le operazioni di sbarco e distribuzione dei primi soccorsi. "Ne sono partiti in mille, ma non sappiamo quanti arriveranno," aveva detto Marta a mezza voce. Quelle parole mi colpirono come un pugno nello stomaco. Mille persone, uomini, donne, bambini, tutti ammassati su un'unica imbarcazione sovraffollata e pericolosamente instabile.
Quando il barcone apparve all'orizzonte, avvertii un nodo alla gola. La nave, carica fino all'inverosimile, ondeggiava pesantemente. Per un attimo, temetti il peggio. L’imbarcazione si faceva strada a stento, sembrava lottare contro un nemico invisibile; il mare stesso sembrava opporsi alla sua avanzata.
Le operazioni di sbarco iniziarono frenetiche. Uomini esausti, donne con in braccio bambini spossati dal viaggio, giovani che cercavano disperatamente una nuova opportunità di vita. I loro volti erano segnati dalla stanchezza, dalla sofferenza, ma anche da una strana luce, forse una scintilla di speranza. L'umanità in quei momenti appariva nella sua forma più cruda e vera.
Improvvisamente, una voce gridò: "C'è un'emergenza a bordo!" Gli occhi si rivolsero alla nave, e al bordo della prua stava un uomo con un corpo privo di sensi tra le braccia. Una figura esile, probabilmente un giovane che non aveva resistito alla durezza del viaggio. Gli operatori si precipitarono sulla nave con barelle e attrezzature mediche. La tensione aumentava di minuto in minuto.
Seguii con attenzione il salvataggio del giovane. Il suo volto pallido e il corpo emaciato raccontavano storie di miseria e disperazione. Era stato risucchiato nel proprio inferno personale, una prova dura al limite dell’umano. Ma Marta e gli altri operatori non si fecero scoraggiare; lavorarono senza sosta per rianimarlo.
L’episodio richiamò alla mente immagini di altre tragedie simili e sollevò in me una serie di domande sulla nostra società, sulle politiche sull’immigrazione, su cosa significasse davvero essere umani di fronte a tali sofferenze. La vita di quel giovane, appesa a un filo, era una testimonianza della resilienza umana e della capacità di lottare contro l’inevitabile. Quella scena, così intensa, mi spinse a riflettere su quanto possiamo fare come comunità globale per evitare che tali tragedie si ripetano.
Alla fine, il giovane venne trasportato all'ospedale in condizioni critiche, ma vivo. L'intera operazione si concluse con successo, per quanto travolgente fosse stata. Il giorno volse al termine con il cielo che si tingeva di rosso, un vivido contrasto con l'angoscia vissuta poche ore prima.
Quell’episodio della mia estate rimarrà per sempre impresso nella mia memoria, non solo per la sua drammaticità ma per la dimostrazione di coraggio e umanità che avevo avuto il privilegio di testimoniare. Mi aveva insegnato un’importante lezione sulla forza dello spirito umano e sull'importanza della solidarietà, e mi aveva spinto a credere che anche nelle situazioni più disperate, esiste sempre una speranza di salvezza.
Valutazioni degli utenti ed insegnanti:
**Voto: 9/10** Commento: Un tema intenso e coinvolgente, che con una prosa evocativa riesce a trasmettere emozioni forti e riflessioni profonde.
**Voto: 9** Il tema è profondo e toccante, con un'ottima capacità di descrivere emozioni e situazioni complesse.
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