La storia di un bugiardo incallito: racconto di un fatto straordinario e assurdo che coinvolge gli abitanti di Sompazzo
Questo lavoro è stato verificato dal nostro insegnante: 20.02.2025 o 7:54
Tipologia dell'esercizio: Tema
Aggiunto: 17.02.2025 o 16:10
Riepilogo:
A Sompazzo, paese di bugiardi, Giovanni racconta di un viaggio magico tra Favelle incantate che danno il potere di trasformare menzogne in verità. ?✨
Non lontano da qui, esiste un piccolo paese di nome Sompazzo, conosciuto principalmente per la sua strana caratteristica: i suoi abitanti sono noti per essere dei bugiardi incalliti. In quel villaggio, la menzogna non è vista come un difetto o un peccato, ma come un modo di vivere, un'arte che modella il quotidiano e che rende ogni storia più interessante e affascinante.
In un giorno ordinario a Sompazzo, mentre il sole splendeva nel cielo limpido e la vita sembrava scorrere tranquillamente, accadde un evento tanto straordinario quanto assurdo. C'era un uomo di nome Giovanni, famoso in paese per le sue storie incredibili e spesso inverosimili. Quel giorno, mentre sedeva al bar della piazza centrale a sorseggiare un caffè, iniziò a raccontare ai suoi amici una vicenda che ancora oggi lascia tutti a bocca aperta.
Giovanni iniziò il suo racconto parlando di un viaggio che aveva intrapreso qualche giorno prima nei dintorni di Sompazzo. Era una giornata come tante altre, e Giovanni aveva deciso di esplorare un vecchio sentiero che si diceva conducesse a una misteriosa foresta, avvolta da antiche leggende. Cammina e cammina, Giovanni racconta di aver sentito un canto melodioso provenire dal cuore della foresta. Incuriosito, decise di seguire quella musica così avvolgente.
Giovanni descrisse il suo viaggio nella foresta come un'immersione in un mondo incantato. Ogni albero sembrava possedere una propria personalità; le foglie sussurravano tra loro e si muovevano a ritmo della melodia celestiale. Dopo un lungo cammino, Giovanni giunse a una radura, al centro della quale si trovava una grande quercia con un tronco così spesso che sembrava sfidare le leggi della natura.
Fu allora che Giovanni vide qualcosa di assolutamente straordinario: intorno alla quercia, si libravano nell'aria delle piccole creature alate, simili a farfalle, ma con volti umani. Erano le Favelle, esseri magici noti solo attraverso antichi miti e leggende, che si diceva abitassero quei luoghi da tempo immemore. Giovanni, con stupore, si rese conto che il canto proveniva proprio da queste creature, le cui voci melodiose intrecciavano storie che parlavano di epoche lontane e terre dimenticate.
Le Favelle, accorgendosi della presenza di Giovanni, si fermarono e, con un grazioso movimento, lo invitarono a unirsi al loro canto. Secondo il racconto di Giovanni, le creature raccontavano non solo storie di passato e natura, ma anche dei segreti dell'universo, rivelando conoscenze che nessun essere umano avrebbe mai potuto immaginare. Egli affermò di aver assistito a una danza che sfidava le leggi della fisica, con le Favelle che si muovevano con una grazia così eterea da sembrare che il tempo stesso si fosse fermato.
Dopo quello che sembrava un eterno momento di incanto, le Favelle, rivolgendosi a Giovanni, gli fecero un dono speciale: la capacità di trasformare ogni menzogna in una verità temporanea. Come a dire che a Sompazzo, dove la bugia è più diffusa della verità, quel potere sarebbe stato un dono perfetto, un modo per trasformare il mondo secondo le proprie narrazioni.
Giovanni concluse la sua storia con un sorriso beffardo e uno sguardo che lasciava trasparire la consapevolezza di aver mantenuto la tradizione di Sompazzo, arricchendo la sua reputazione di bugiardo con un racconto che, pur nella sua assurdità, sembrava adattarsi perfettamente alla normalità del posto. Gli amici, affascinati e divertiti, non riuscirono a trattenere una risata, apprezzando quella storia straordinaria che, per un momento, aveva colorato la loro giornata ordinaria con tinte di magia e meraviglia.
Da quel giorno, a Sompazzo, la passeggiata nella foresta di Giovanni divenne leggenda, un racconto che gli abitanti avrebbero ripetuto e arricchito a loro volta, perpetuando con fierezza l'arte della bugia che definisce la loro identità culturale. Ogni volta che viene narrata, la storia si trasforma, diventando sempre più incredibile e straordinaria, ma sempre accolta con un sorriso di complicità, come a suggellare un patto tra quelli che sanno che la realtà, a volte, è molto più noiosa della fantasia.
Valutazioni degli utenti ed insegnanti:
**Voto: 9** Commento: Ottima narrazione, ricca di immaginazione e umorismo.
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