Riscrittura del racconto del diluvio universale: Immedesimarsi nella figura di Noè come narratore interno
Questo lavoro è stato verificato dal nostro insegnante: 6.01.2025 o 10:36
Tipologia dell'esercizio: Tema
Aggiunto: 6.01.2025 o 10:21
Riepilogo:
Noè racconta il diluvio universale, la sua lotta contro la corruzione e l'importanza di ricostruire una nuova vita con giustizia e fede. ??
Il mio nome è Noè, e sono stato testimone di uno degli eventi più straordinari e sconvolgenti della storia dell'umanità: il diluvio universale. Era un momento in cui il mondo era pervaso dalla corruzione e dalla violenza, e Dio, vedendo la malvagità degli uomini, decise di purificarlo con le acque del diluvio. Questo è il mio racconto di quei giorni, con il cuore appesantito dal ricordo, ma allo stesso tempo illuminato dalla speranza di un nuovo inizio.
In quel tempo, io vivevo insieme alla mia famiglia, cercando di mantenere una vita giusta e retta di fronte a un mondo che sembrava aver perso ogni senso di moralità. Dio vide in me, un uomo retto, e decise di confidarmi il Suo piano per distruggere l'umanità corrotta. Mi sentii sopraffatto dalla responsabilità, ma anche onorato dalla scelta divina. Dio mi ordinò di costruire un'arca, una grande nave, nella quale avrei dovuto accogliere la mia famiglia e una coppia di ogni specie animale, per garantire la loro sopravvivenza e la continuità della vita sulla Terra.
L'arca doveva essere costruita secondo precise indicazioni: doveva avere 300 cubiti di lunghezza, 50 cubiti di larghezza e 30 cubiti di altezza, con un tetto e una porta sul lato. Seguendo queste istruzioni, io e la mia famiglia ci mettemmo al lavoro, giorno e notte, spinti dalla fede e dalla paura del castigo imminente. Intorno a noi, gli uomini ci deridevano, incapaci di comprendere la serietà della situazione e ignari del destino che li attendeva.
Finalmente, dopo lunghi mesi di fatica e dedizione, l'arca fu completata. Dio mi avvisò che era giunto il momento, e che tra sette giorni avrebbe fatto piovere sulla Terra per quaranta giorni e quaranta notti. Così, feci salire sull'arca la mia famiglia, composta da mia moglie, i miei tre figli e le loro mogli, oltre agli animali. Ogni essere vivente prese il suo posto, e infine Dio stesso chiuse la porta dell'arca dietro di noi.
Le acque cominciarono a cadere dal cielo, in una pioggia incessante e implacabile. La terra si coprì velocemente d'acqua e l'arca fu sollevata, galleggiando sulle onde tumultuose dell'oceano che il mondo era diventato. Quaranta giorni di pioggia trasformarono il paesaggio: le montagne più alte furono sommerse, le città spazzate via, e la vita, così come la conoscevamo, scomparve.
Ogni giorno, dal ponte dell'arca, osservavo l'orizzonte, cercando qualche segno di terraferma o di cambiamento. La paura e l'incertezza ci accompagnavano in quel viaggio, ma eravamo motivati dalla fede e dalla fiduciosa attesa di un nuovo inizio. Dopo che la pioggia cessò, le acque continuarono a coprire la terra per altri 150 giorni. Quando finalmente cominciarono a ritirarsi, l'arca si posò sulle montagne di Ararat.
Fu allora che inviai un corvo per cercare un segno di terra asciutta, ma esso continuò a volare senza trovare un luogo dove posarsi. In seguito, liberai una colomba, che però tornò a me non avendo trovato riposo. Una settimana dopo, rimandai la colomba, che questa volta tornò con una foglia d'olivo nel becco: il segno evidente che la vita iniziava a rinascere sulla terra. Dopo un'altra settimana, mandai nuovamente la colomba, ma questa volta non fece ritorno. Era il segnale che attendevamo: la terra era di nuovo abitabile.
Fu con commozione e gratitudine che scendemmo dall'arca, respirando l'aria fresca e camminando su quel terreno bagnato e fertile. Eravamo sopravvissuti, testimoni della potenza divina e portatori della responsabilità di ricostruire una civiltà nuova, fondata su principi di giustizia e rettitudine. Erigendoci un altare, offrimmo sacrifici a Dio, un ringraziamento sincero per la Sua misericordia e promessa di fedeltà alle Sue leggi.
In risposta, Dio stabilì un patto con me e con tutta la creazione, un patto sancito dall'arcobaleno, segno della Sua promessa che mai più avrebbe distrutto la Terra con un diluvio. Questa nuova alleanza era un simbolo di speranza e di rinascita, un monito a vivere con rispetto verso il Creatore e verso ogni essere vivente.
Questo è il mio racconto del diluvio universale, un evento che ha ridefinito la mia esistenza e quella della mia famiglia. Un viaggio di fede, sopravvivenza e nuova vita.
Valutazioni degli utenti ed insegnanti:
**Voto: 9** Commento: Il tema presenta una narrazione coinvolgente e ben strutturata, con un linguaggio evocativo che riesce a trasmettere le emozioni di Noè.
Credo che fosse il suo senso di responsabilità verso l'umanità, voleva salvaguardare il futuro.
**Voto: 9** Commento: Ottima riscrittura, ricca di dettagli e emozioni.
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