Renzo e Lucia: Le conseguenze delle loro scelte, insieme a Don Abbondio e Fra Cristoforo, tra paura e supporto in un contesto di fragilità
Questo lavoro è stato verificato dal nostro insegnante: 17.12.2024 o 20:00
Tipologia dell'esercizio: Tema
Aggiunto: 17.12.2024 o 19:49

Riepilogo:
"I Promessi Sposi" racconta la lotta tra giustizia e sopruso. Fra Cristoforo simboleggia il coraggio, mentre figure come Don Abbondio rappresentano la paura. ⚔️?
I Promessi Sposi è un romanzo che non solo narra una storia d’amore contrastato, ma anche un'opera che offre uno spaccato della società del Seicento in Italia. Renzo e Lucia, i protagonisti, sono ostacolati nelle loro nozze da Don Rodrigo, un signorotto locale che rappresenta l'arroganza e il potere dell'epoca. Accanto a loro vi sono figure come Don Abbondio, simbolo della paura e della debolezza, e Fra Cristoforo, emblema del coraggio e della fede incondizionata che sostiene i più deboli.
Fra Cristoforo è un personaggio centrale nella trama, il cui passato di violenza è redento da una forte vocazione religiosa che lo porta a servire gli altri. La sua decisione di schierarsi sempre dalla parte dei più bisognosi è un esempio di come il messaggio evangelico possa tradursi in azione concreta e rischiosa. Nonostante il potere dei signori locali e le minacce fisiche, Fra Cristoforo non esita a difendere Renzo e Lucia, rappresentando una voce di giustizia e protezione in un mondo dominato dal sopruso.
Don Abbondio, al contrario, è governato dalla paura. Il suo motto "il vaso di terracotta in mezzo a vasi di ferro" è indicativo della sua percezione di fragilità in un mondo di potenti, e questo atteggiamento lo porta a farsi complice delle ingiustizie pur di evitare problemi personali. La sua resistenza passiva è un esempio di come l'indifferenza e la codardia possano contribuire alla perpetuazione delle ingiustizie.
Queste dinamiche, seppur ambientate secoli fa, trovano una risonanza inquietante nella società contemporanea. Alcuni temi, come la sopraffazione e l'oppressione, sono drammaticamente attuali, specialmente quando si parla di lotta alla mafia e alla criminalità organizzata in Italia. Numerosi sono stati gli uomini e le donne che, come Fra Cristoforo, hanno deciso di opporsi al potere malavitoso, pagando spesso con la vita il loro coraggio.
Un esempio tragico è quello del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, assassinato a Palermo nel 1982. Dopo aver combattuto il terrorismo negli anni di piombo, fu inviato in Sicilia per contrastare la mafia. La sua eliminazione è una testimonianza del suo essere "troppo ingombrante" per gli interessi mafiosi, in quanto incarnava la determinazione dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata.
Il giudice Rosario Livatino, ucciso nel 199, rappresenta un altro esempio di dedizione alla giustizia. Conosciuto per la sua integrità e per una gestione come magistrato che mirava alla morale oltre che alla legge, Livatino credeva fortemente nel ruolo etico del magistrato. La sua uccisione è emblematica della paura che l’onestà e l’indipendenza nel servizio pubblico possono incutere nelle organizzazioni illegali.
Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia, fu assassinato nel 198. Egli perseguitava una politica di rinnovamento e trasparenza che andava contro gli interessi consolidati delle cosche mafiose dell'epoca. La sua morte rappresenta il prezzo del cambiamento in una terra in cui i legami tra politica e mafia erano profanamente intrecciati.
Falcone e Borsellino, magistrati simbolo della lotta contro la mafia negli anni ‘90, vennero brutalmente uccisi nelle stragi di Capaci e Via D'Amelio. Entrambi lavorarono a stretto contatto nel "maxiprocesso" che portò alla condanna di numerosi boss mafiosi. Erano consapevoli del pericolo che correvano, ma la loro determinazione a continuare la lotta per la giustizia superava la paura personale.
Anche gli uomini di Chiesa non sono stati esenti da questi sacrifici. Don Pino Puglisi è stato un prete che operò nel quartiere di Brancaccio a Palermo, opponendosi alla cultura mafiosa con l'educazione e l’inclusione sociale. La sua uccisione nel 1993 fu un chiaro messaggio che chiunque si opponesse alla mafia era un bersaglio.
La storia di Don Peppe Diana, assassinato nel 1994 nel Casertano per il suo impegno contro la camorra, è simile. Anch’egli utilizzò la parola del Vangelo per promuovere la giustizia sociale e contrastare il potere criminale.
Questi esempi del passato e del presente mostrano quanto la lotta tra giustizia e oppressione sia una costante nella storia umana. Come Fra Cristoforo, anche queste figure contemporanee hanno scelto di non abbassare lo sguardo di fronte all'ingiustizia, dimostrando che il coraggio e l'integrità possono davvero fare la differenza, nonostante i pericoli che ne derivano.
Valutazioni degli utenti ed insegnanti:
Voto: 10- Commento: Tema ben argomentato che collega con efficacia "I Promessi Sposi" alla realtà contemporanea.
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