Tema

Immagina di star litigando con la tua più cara amica perché tu hai fatto qualcosa di sbagliato. Immagina e racconta ciò che è avvenuto e ciò che pensi adottando il flusso di coscienza. ( È un litigio per il pesce a lei molto caro morto per troppo cibo dat

Valutazione media:5 / 5

Tipologia dell'esercizio: Tema

Riepilogo:

Martina distrugge accidentalmente il pesce rosso di Eva, suscitando la sua rabbia e tristezza. Si sente colpevole e desidera rimediare, ma la fiducia è compromessa. ??

Non riesco a crederci, davvero non riesco a crederci. Come ho potuto essere così distratta? Eva mi aveva dato precise istruzioni sul pesce, mi aveva ripetuto più volte quanto le importava di quel piccolo animale. E io, con la mia solita superficialità, ho mandato tutto all'aria. Sento la sua voce che tremava dalla rabbia e dalla tristezza, e mi esplode nella mente ripetutamente.

Mi ricordo perfettamente quel giorno. Eva doveva uscire di casa per un impegno importante che non poteva rimandare. Mi aveva chiesto, per favore, di prendermi cura di Blub, il suo adorato pesce rosso. Quel pesce non era solo un semplice animale per lei; era un simbolo di ricordi felici, di momenti di serenità passati con il suo nonno, che glielo aveva regalato. Io, invece, lo vedevo solo come un compito facile, qualcosa di cui prendersi cura giusto per qualche ora.

"Martina, non dimenticarti di dargli da mangiare, ma poco mi raccomando! I pesci rossi possono morire se mangiano troppo," mi aveva detto prima di uscire. Ero distratta, il mio telefono suonava, un messaggio, poi un altro. Avevo alzato lo sguardo e annuito frettolosamente: "Sì, sì, non preoccuparti."

Quel "sì, sì" ora riecheggia nella mia testa come un'ombra scura. Ho commesso un errore terribile. Avevo versato cibo nella piccola vasca senza badare alle quantità. Mi sembra di essere stata la protagonista di una di quelle storie dove un gesto insignificante scatena una terribile catastrofe. Blub ha mangiato, troppo. Le minuscole granellate che si sparpagliavano nell'acqua sembravano come tante piccole bombe a orologeria.

Quando Eva è tornata a casa, il suo sguardo si è subito posato sulla vasca. Il pesce galleggiava immobile sulla superficie dell'acqua. Mi sembra di sentire ancora il rumore del respiro di Eva che si ferma per un istante. "Martina, che cos'hai fatto?!"

Le lacrime le hanno rigato il viso, e io sono rimasta impietrita, incapace di trovare le parole giuste per scusarmi. Vorrei poter tornare indietro, scambiare quel momento di distrazione con attenzione e cura. Vorrei poter cambiare tutto, ma il pessimismo della mia mente mi suggerisce che niente potrà mai rimediare l'irreparabile.

"Non hai idea dell'importanza che aveva per me!", gridava Eva, e ogni parola era come un colpo di pugnale che mi trafiggeva. Mi sentivo schiacciata dalla colpa. Blub non era solo un pesce. Era il regalo di suo nonno, una connessione a un passato felice. Come ho potuto non capire la delicatezza di quel sentimento? L'ho tradita. Io, la sua migliore amica, colei di cui dovrebbe potersi fidare più di chiunque altro.

Ella continuava: “Sei sempre stata così distratta, Martina. Non ascolti mai!” Ed era vero. Mille volte mi aveva ripreso per la mia superficialità, e questa volta il prezzo era troppo alto. Sentivo dentro di me un turbine di emozioni, la vergogna, la tristezza, la rabbia verso me stessa. Ma soprattutto, sentivo la paura di perdere un'amica così importante. Una paura paralizzante.

Provo a spiegarmi, cercando le parole giuste, ma tutto suona vuoto: “Eva, non volevo, non sapevo che...”

“Non volevo, non volevo,” ripeteva ironica, ormai in lacrime. “Non ti importa di niente!”

La verità è che mi importa. Mi importa tantissimo di Eva e di ciò che le sta a cuore. Non ho mai voluto farle del male, ma è successo. Devo trovare un modo per farmi perdonare, anche se so che sarà difficile. Forse il tempo aiuterà a riportare la fiducia, ma ora c’è solo il silenzio pesante di una delusione.

Allontanarmi da quella stanza, darle spazio, è l’unica cosa che posso fare in questo momento. Mi sento una naufraga tra i flutti delle mie emozioni, sperduta e sconvolta. Eva si siederà in silenzio accanto alla vasca ormai vuota, e io camminerò via, con il peso dell’errore che grava su di me.

Chissà se questo dolore passerà mai. Provo a dirmele mentalmente, le parole di un’amicizia che vuole resistere. “Eva, perdonami...” Ma so che niente sarà più come prima.

Espansione:

Il momento era carico di tensione. Ogni singolo attimo sembrava allungarsi fino a diventare insopportabile. Mi sentivo intrappolata in un incubo dal quale non potevo risvegliarmi. Volevo andarmene, volevo scappare il più lontano possibile, eppure sentivo anche il desiderio disperato di spiegare, di rassicurare Eva che non avevo mai avuto intenzione di ferirla così tanto. Non so nemmeno se fosse possibile qualcuno che, vedendo quello che ho visto nei suoi occhi, non avrebbe provato lo stesso straziante senso di colpa.

Avrei voluto gridare, protestare contro me stessa per aver permesso al mio cellulare di catturare la mia attenzione in un momento tanto importante. Ogni notifica che avevo ricevuto ora sembrava una beffa crudele, un promemoria dell'inutilità dei piccoli gesti che mi distraggono dalle cose realmente importanti. Se solo avessi potuto spegnere quel maledetto telefono, forse Blub sarebbe ancora qui.

Eva si stringeva le mani, le lacrime scorrevano senza sosta. Avrei voluto abbracciarla, ma il pensiero di farlo mi paralizzava. Avevo paura che il mio tocco avrebbe solo peggiorato la situazione. Così rimanevo immobile, come un'automa, guardando la tragedia che avevo scatenato.

“Martina,” disse Eva con un filo di voce, “ricordi quando siamo andate insieme alla fiera e abbiamo vinto Blub? Era un giorno magnifico, pieno di risate e allegria. Non riesco a credere che tutto sia finito in questo modo.”

Quell’immagine mi folgorò, riportandomi indietro a quel giorno spensierato. Sì, lo ricordavo benissimo. Eva aveva partecipato a un gioco d’abilità e, con grande sorpresa, aveva vinto il pesce rosso. Avevamo riso tanto, inventando storie su come il piccolo Blub avrebbe vissuto avventure grandiose nel mondo sottomarino del suo acquario.

La nostalgia di quei ricordi mi tagliava dentro come una lama affilata. "Eva, so quanto significava per te... so quanto Blub fosse speciale. Non sai quanto mi dispiace. Ogni volta che ci penso, vorrei poter tornare indietro e cambiare tutto. Non ho mai voluto ferirti così."

Lei non rispose. Si sedette con lo sguardo perso nel vuoto, i suoi occhi fissavano il riflesso dell'acqua ormai stagnante. Non c'era più vita lì dentro, solo il segno ineluttabile del mio errore. Sentivo la distanza tra noi crescere, un baratro che sembrava impossibile da colmare.

Dopo alcuni istanti che sembrarono durare un'eternità, le dissi: “So che ora sembra impossibile, ma voglio fare di tutto per riparare. Se c'è qualcosa che posso fare, qualsiasi cosa, ti prego dimmelo. Voglio rimediare.”

Eva alzò lo sguardo, i suoi occhi bruciavano di una tristezza che non avevo mai visto prima. “Martina, non è solo la questione del pesce. È la tua mancanza di attenzione, il tuo continuo mettere altre cose prima di quello che è realmente importante. Non voglio perdere la nostra amicizia, ma non so come posso fidarmi ancora di te.”

Queste parole mi colpirono con la forza devastante di una verità che avevo cercato di ignorare. Forse era davvero il momento di affrontare il mio comportamento e di cambiare, di diventare una persona più attenta e responsabile. Le promisi con tutto il cuore che ci avrei provato, che avrei fatto del mio meglio per essere all'altezza delle sue aspettative.

Mentre ci allontanavamo dalla vasca, una sensazione di speranza mista a grande dolore mi pervadeva. Non sapevo se la nostra amicizia avrebbe retto questo colpo, ma ero determinata a fare qualsiasi cosa fosse necessaria. Anche se il peso del mio errore continuerà a gravare su di me, desidero ardentemente che un giorno Eva possa guardare oltre questo tragico incidente e vedere che sono cambiata.

Camminai via con il cuore pesante, ma con la risolutezza a rimediare. La strada verso il perdono sarà lunga e complessa, ma non rinuncerò. Spero che un giorno, quando il dolore sarà meno acuto, Eva possa concedermi un'altra possibilità di dimostrarle il mio valore come amica. Fino ad allora, vivrò con la consapevolezza del mio errore e con la determinazione di non ripeterlo mai più.

Scrivi il tema al posto mio

Valutazioni degli utenti ed insegnanti:

Voto:5/ 524.10.2024 o 14:40

**Voto: 10-** Il tema è ben strutturato e offre un intenso flusso di coscienza che rende palpabili le emozioni dei personaggi.

Il rimorso e il desiderio di redenzione sono espressi con sensibilità. Solo una lieve attenzione alla punteggiatura potrebbe migliorare la scorrevolezza. Ottimo lavoro!

Voto:5/ 530.11.2024 o 23:45

Grazie per queste idee, mi aiutano tantissimo!

Voto:5/ 52.12.2024 o 15:04

Ma come si fa a raccontare un litigio del genere senza sembrare troppo drammatici? ?

Voto:5/ 53.12.2024 o 15:38

Penso che dovrei usare un po' di umorismo per alleggerire la situazione, avete qualche consiglio?

Voto:5/ 55.12.2024 o 11:53

Ma dai, chi potrebbe davvero arrabbiarsi per un pesce? Ci deve essere di più dietro il litigio! ?

Voto:5/ 56.12.2024 o 14:52

Grazie! Non vedo l'ora di scrivere anche io la mia storia

Voto:5/ 59.12.2024 o 5:46

Le mie amiche si arrabbiano per qualsiasi cosa, ho bisogno di ispirazione per affrontare le mie "lotte" ?

Voto:5/ 513.12.2024 o 8:35

Mi chiedo, perché è così difficile rimediare a una situazione del genere? È solo un pesce, ma sembra che ci siano tante emozioni

Voto:5/ 515.12.2024 o 18:08

Questo esercizio è davvero interessante, non avevo mai pensato di scrivere in questo modo!

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