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Incomprensione con i Genitori: Una Riflessione Personale

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Tipologia dell'esercizio: Tema

Incomprensione con i Genitori: Una Riflessione Personale

Riepilogo:

Un adolescente vive una giornata difficile dopo un'incomprensione coi genitori sui voti scolastici. Riflette sulla necessità di migliorare la comunicazione.

Caro diario,

oggi è stata una giornata davvero difficile, sicuramente una di quelle che non dimenticherò presto. Ho avuto una grossa incomprensione con i miei genitori e mi sento in un vortice di emozioni che non so come gestire. Forse scrivere mi aiuterà a mettere un po' d'ordine nei miei pensieri.

Tutto è iniziato stamattina, quando mio padre ha trovato il mio diario di scuola sul tavolo della cucina. Non so come abbia fatto, visto che di solito lo tengo sempre in cartella, ma è successo. Incuriosito, ha iniziato a sfogliarlo e ha trovato le note e i voti delle ultime settimane. Non ho avuto tempo per nascondere quelle due sufficienze stiracchiate e le assenze giustificate ma non comunicate. Quando mi sono seduto a tavola per fare colazione, c'era già un'atmosfera di tensione palpabile.

Mio padre ha iniziato a chiedermi spiegazioni, ma il modo in cui lo ha fatto mi ha subito messo sulla difensiva. Mi sembrava più un interrogatorio che una conversazione. Ho sentito crescere dentro di me una rabbia irrazionale, quasi come se non avessi il diritto di essere giudicato per quei voti senza prima aver avuto la possibilità di spiegarmi. “Perché queste sufficienze?” mi ha chiesto con tono accusatorio. Ho risposto bruscamente, forse con troppa tensione nella voce, che avevo avuto delle difficoltà con alcune materie, ma che stavo cercando di migliorare. Non era una scusa, era la verità. Sto davvero cercando di sistemare le cose, ma sembra che a lui interessi solo il numero sul foglio e non il mio impegno.

A peggiorare le cose, è intervenuta anche mia madre. Di solito è quella comprensiva, quella con cui riesco a parlare di tutto. Ma oggi, forse per solidarietà con mio padre o per altre ragioni che non comprendo, ha preso il suo stesso tono. Mi ha detto che avevano notato che passo troppo tempo al computer e che dovrei dedicarmi di più allo studio. Le ho risposto di nuovo con rabbia, spiegando che il tempo al computer lo uso anche per studiare, soprattutto per ricerche o per connettermi con i compagni di classe per i progetti di gruppo. Ma mi sembrava che non avessero voglia di ascoltare, come se avessero già deciso che quel diario fosse la prova definitiva della mia mancanza di impegno.

Sentivo un nodo alla gola, un misto di rabbia e frustrazione. Mi è sembrato tutto così ingiusto. Loro vedono solo i voti, non vedono quanto mi stresso per cercare di migliorarmi, quanto a volte mi sembra che il tempo non basti mai per fare tutto quello che dovrei. Non capiscono la pressione che sento addosso, il timore di deluderli e di non riuscire a stare al passo con quello che si aspettano da me. Mi sento intrappolato in un ciclo infinito di studi e giudizi, senza mai un momento di vera comprensione da parte loro.

Nel bel mezzo della nostra discussione, ho perso il controllo e ho urlato qualcosa che ora rimpiango. Le parole sono uscite senza che riuscissi a fermarle, come se una diga avesse ceduto e tutto il risentimento accumulato si fosse riversato fuori. “Non capite niente di me!” ho gridato, prima di afferrare il diario e uscire di casa sbattendo la porta. Mi sono diretto al parco vicino, l’unico posto dove sento di potermi rilassare un po' e ritrovare la calma. Mentre camminavo, continuavo a pensare a quanto fosse inutile tutto questo. Gli scontri, le grida, come se fossimo su due binari paralleli destinati a non incontrarsi mai.

Seduto su una panchina, ho provato a riflettere. Forse avrei dovuto gestire la situazione diversamente. Forse potrei cercare di spiegare loro meglio come mi sento, magari in un momento in cui possiamo parlare con calma e serenità. Anche se ora non sembra, credo che ci sia una soluzione per tutto questo. Forse dobbiamo solo trovare un modo migliore di comunicare, senza accusarci o alzarci la voce.

So che i miei genitori vogliono solo il meglio per me. La paura di non essere all’altezza delle loro aspettative mi rode dentro, ed è qualcosa che devo imparare a gestire. Vorrei che anche loro capissero quanto sia difficile questo periodo, che vedessero i miei sforzi e non solo i miei fallimenti. Voglio riuscire a parlarne con loro, davvero, ma ho bisogno di trovare il coraggio di farlo nel modo giusto.

Per ora, sono ancora al parco, cercando di calmarmi prima di tornare a casa. So che dovrò affrontare la situazione e che fuggire non è la soluzione. Speriamo che questa pausa mi aiuti a vedere le cose con più chiarezza e a trovare le parole giuste per spiegare le mie ragioni. Loro sono la mia famiglia e, nonostante tutto, so che possiamo superare anche questa incomprensione.

Caro diario, incrociamo le dita.

Scrivi il tema al posto mio

Valutazioni degli utenti ed insegnanti:

Voto:5/ 5wczoraj o 19:50

**Valutazione: 10-** **Commento:** Il tema è ben strutturato, mostrando un forte coinvolgimento emotivo dell'autore.

Hai espresso chiaramente il conflitto interiore e le difficoltà di comunicazione con i genitori. Tuttavia, potresti approfondire ulteriormente le riflessioni personali e proporre soluzioni più concrete per migliorare il dialogo. Ottimo lavoro complessivamente!

Voto:5/ 51.10.2025 o 18:52

1. Anche io ho avuto discussioni simili sui voti. Stesso problema con i miei. 😅

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