Analisi della poesia 'Felicità raggiunta, si cammina' di Eugenio Montale: Metrica, Ritmo, Fonologia, Lessico e Sintassi, Figure Retoriche, Significato e Comprensione del Componimento
Questo lavoro è stato verificato dal nostro insegnante: 8.12.2024 o 16:00
Tipologia dell'esercizio: Tema
Aggiunto: 2.12.2024 o 15:05

Riepilogo:
La poesia di Montale "Felicità raggiunta, si cammina" esplora la fugacità della felicità attraverso versi liberi e figure retoriche, riflettendo il pessimismo dell'esistenza. ?️✨
La poesia "Felicità raggiunta, si cammina" di Eugenio Montale è un breve componimento che riflette la precarietà e l'illusorietà della felicità. Composta da un'unica strofa di 10 versi, la poesia si inserisce nella raccolta "Ossi di seppia", pubblicata nel 1925, e rappresenta un esempio significativo del pessimismo montaliano e dell'incapacità di cogliere pienamente e permanentemente la felicità.
Dal punto di vista metrico, la poesia non segue uno schema preciso e si caratterizza per un verso libero privo di rime tradizionali. Montale utilizza versi con una lunghezza variabile, e ciò conferisce al testo un andamento volutamente frammentario e disarmonico, in linea con il tema del componimento. Tale scelta rispecchia il flusso incostante della felicità, che appare e scompare senza una chiara struttura.
La ritmica segue l'andamento spezzato dei versi. Montale interrompe spesso il discorso con enjambement, che spingono il lettore a proseguire la lettura senza pause e riflettono la continuità e la fragile natura della felicità. Questo ritmo irregolare evoca un senso di incertezza e transitorietà.
L'analisi fonica mette in risalto l'uso attento dei suoni e delle allitterazioni. Ad esempio, Montale impiega suoni dolci all'inizio della poesia per suggerire una certa serenità iniziale, che però viene subito negata da consonanti più aspre nei versi successivi. Tali variazioni sonore contribuiscono a descrivere l’oscillamento tra la percezione della felicità e la sua costante dissoluzione.
L'analisi lessicale rivela l'utilizzo di parole semplici e concrete, spesso legate alla natura. Montale predilige termini come "felicità", "cammina", "fragile", "sorriso", "s'infrange", che costruiscono immagini immediate e visive. Parole che evocano leggerezza si alternano a quelle che richiamano fragilità, sottolineando il contrasto tra l'attesa di permanenza e la realtà della fugacità.
Dal punto di vista sintattico, la struttura dei versi è piuttosto semplice, caratterizzata da frasi brevi che spesso si concludono con una brusca interruzione o un cambio di direzione. Tale sintassi riflette l’instabilità del tema trattato: la felicità viene percepita solo per un momento, sfuggendo via immediatamente.
Per quanto riguarda le figure retoriche, Montale utilizza diverse immagini e metafore per esprimere il suo concetto di felicità. Una delle figure più evidenti è la personificazione della felicità, che è rappresentata come qualcosa che "si cammina", suggerendo che la felicità non è mai statica ma in continuo movimento. L'utilizzo delle immagini sensoriali, inoltre, rende visibile e tangibile qualcosa di astratto e sfuggente, come la felicità stessa.
Altre figure retoriche rilevanti includono l’analogia, che avvicina la felicità a qualcosa di fragile e delicato, e l’ossimoro, evidente nel contrasto tra la felicità "raggiunta" e il suo svanire immediato, creando un forte impatto emotivo. L’ossimoro contribuisce ad esprimere l’ironia e il paradosso insiti nell’esperienza umana secondo Montale.
Infine, l'analisi del significato e la comprensione complessiva della poesia ci conducono alla consapevolezza che Montale desidera rappresentare la felicità come un’entità effimera, appena percepibile, destinata a dissolversi prima ancora di essere completamente goduta. La felicità, per Montale, non è una condizione permanente ma una rara interruzione dell’esistenza ordinaria, che lascia un segno di insoddisfazione poiché non è mai realmente afferrabile. Tale visione pessimistica riflette l’inquietudine del poeta e la sua percezione del mondo come un luogo ostile e avverso, in cui le esperienze più preziose sfuggono e si dissolvono come sabbia tra le dita.
In conclusione, "Felicità raggiunta, si cammina" di Eugenio Montale è una poesia complessa e ricca di suggestioni, in cui l'autore, attraverso la metrica libera, immagini potenti e figure retoriche sapientemente utilizzate, riesce a catturare l’essenza della felicità come qualcosa di inafferrabile e fugace. Essa rappresenta una riflessione profonda e malinconica sulla condizione umana e sulla ricerca incessante di un significato in un mondo caratterizzato dall’incertezza.
Valutazioni degli utenti ed insegnanti:
Voto: 10- Commento: Ottima analisi della poesia di Montale, con particolare attenzione a metrica, ritmo e figure retoriche.
Voto: 10- Commento: Ottima analisi della poesia di Montale, con un'attenzione particolare alla metrica, al ritmo e alle figure retoriche.
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