Immagino di essere un architetto: non progetto case o ponti, ma storie. Costruire una cornice narrativa, un contesto in cui sarai il narratore di primo livello e incontrerai casualmente un altro personaggio (narratore di secondo livello) che ti racconterà
Questo lavoro è stato verificato dal nostro insegnante: 1.12.2024 o 1:50
Tipologia dell'esercizio: Saggio breve
Aggiunto: 21.11.2024 o 21:37

Riepilogo:
Camminando al parco, ascolto una storia su Elisa, imprenditrice audace che ha rivoluzionato l'architettura. Racconti segreti ispirano la mia creatività. ??
Camminavo lentamente lungo il viale alberato che conduceva al parco centrale della mia città, il luogo dove spesso trovavo ispirazione per i miei progetti architettonici. Quel giorno, però, la mia mente era altrove, impegnata a riflettere su come progettare non strutture fisiche, ma racconti. Era un pomeriggio come tanti altri, il cielo era di un azzurro limpido e l'aria portava con sé il fresco profumo dei tigli in fiore.
Mentre avanzavo tra le ombre danzanti degli alberi, al centro del parco scorsi una figura familiare seduta su una vecchia panchina di legno. Era Giorgio, un anziano signore noto a tutti nel quartiere per la sua saggezza e la sua memoria storica. Con un sorriso furbo stampato sul volto e un cappello sgualcito posato inclinato sulla testa, Giorgio sembrava la personificazione di un libro polveroso, pieno di storie pronte a essere narrate.
Mi avvicinai e mi accomodai accanto a lui, scambiando i convenevoli di rito. Dopo pochi istanti di chiacchiere, come spinto da un impulso irresistibile, Giorgio mi lanciò uno sguardo complice e sussurrò: "Sai, ho una storia che pochi conoscono, la storia segreta di una persona molto in vista della nostra città. Ti va di ascoltarla?"
Non potevo resistere alla tentazione di conoscere un racconto custodito gelosamente e acconsentii con curiosità. Così, Giorgio iniziò a narrare, dipingendo con le parole un quadro vivido di eventi passati. La storia riguardava Elisa Costa, una figura di spicco nella nostra comunità, nota per la sua filantropia e il suo acume negli affari. Ma come spesso accade, dietro alla facciata scintillante di successo, vi erano dettagli meno conosciuti.
Giorgio raccontò che Elisa, prima di diventare la stimata imprenditrice che tutti conoscevamo, era stata una giovane donna alle prese con difficili decisioni. Aveva ereditato l'azienda di famiglia ancora molto giovane, dopo la prematura scomparsa del padre. L'azienda, un tempo fiorente società di costruzioni, attraversava allora un periodo di crisi. I debiti si accumulavano e le pressioni erano molte, ma Elisa non si lasciò abbattere. Decisa a fare la differenza, decise di rivoluzionare il modello di business, puntando su una linea rivoluzionaria di edifici ecosostenibili, quando ancora pochi in città osavano esplorare territori così innovativi.
La strada verso il successo fu tutt'altro che semplice. Elisa dovette affrontare lo scetticismo dei colleghi più tradizionalisti e la resistenza del mercato immobiliare a tali cambiamenti radicali. Durante questo arduo cammino venne a conoscenza di una clausola legale del testamento paterno, sconosciuta ai più, che le imponeva di mantenere la proprietà dell'azienda per almeno dieci anni prima di poter apportare modifiche significative. Con ingenutà e determinazione, Elisa scelse di mantenere il bersaglio fisso su una realtà immobiliare verde e sostenibile fin dal principio.
Elisa, conscia di queste sfide legali e commerciali, lavorò in silenzio e lontano dai riflettori, sfruttando ogni momento per ampliare le sue conoscenze in architettura e gestione aziendale. Con il tempo, riuscì a finanziare alcuni progetti pilota che dimostrarono, oltre ogni aspettativa, la fattibilità economica degli edifici ecologici. Questo successo iniziale trasformò gradualmente le visioni innovative in realtà commerciali apprezzate da tutti.
Mentre Giorgio terminava il suo racconto, restai in silenzio ad assimilare ciò che avevo appena ascoltato. La storia di Elisa era quella di una mente audace che aveva gettato le basi per un futuro sostenibile, nonostante un contesto vincolante e una società resistente al cambiamento. Le persone in città la ammiravano per le sue opere e il suo contributo alla comunità, ma solo pochi avrebbero saputo quanto avesse sfidato la norma per riuscirci.
Salutai Giorgio, ringraziandolo per aver condiviso quel tassello di storia segreta. Mentre mi allontanavo, riflettei sul valore di ogni racconto non raccontato e di come, come un architetto di strutture invisibili, avrei potuto costruire narrazioni che ispirassero e illuminassero angoli nascosti dell'esistenza umana. Tornai verso casa con una nuova consapevolezza: progettare storie richiede audacia, empatia e una profonda comprensione di ciò che si cela sotto la superficie degli eventi apparenti.
Valutazioni degli utenti ed insegnanti:
**Voto: 10-** Commento: Saggio affascinante e creativo, che esplora l'architettura narrativa con originalità.
Ecco 8 commenti di esempio per l'articolo: 1.
Voto: 8 Commento: Il saggio offre un'interessante riflessione sul legame tra architettura e narrazione.
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